Crosetto molla Israele: "Ora Netanyahu a Gaza si fermi"


Guido Crosetto

Guido Crosetto
Per Israele le cose stanno cambiando e molto in fretta. Se prima Netanyahu aveva il sostegno degli Stati Uniti e dell'Ue per la guerra contro Hamas, ora non stanno più così le cose, complici gli ultimi massacri e le stragi di bambini in una Gaza senza cibo da oltre due mesi. "Quello che sta facendo adesso a Gaza Netanyahu deve essere fermato". Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto, intervistato dal Corriere della Sera. "Noi siamo, da sempre, amici di Israele e sappiamo quanto sia profonda ancora oggi la ferita del 7 ottobre 2023 e quanto sia stata giusta, e legittima, la reazione anti-Hamas. Ma siamo sempre stati accanto anche al popolo palestinese con sostegni economici, umanitari, diplomatici, cercando di favorire la trattativa, anche mettendo a rischio la vita dei nostri militari per portare sostegni concreti e per la pace".
Leggi anche: Gaza, strage di bambini nella notte. Israele attacca anche nell’area Unifil: accordi violati"Verso Israele - prosegue Crosetto - siamo rimasti amici ma siamo sempre stati giusti (per dire: non esportiamo più materiali per gli armamenti, nonostante quanto dicono alcuni) e assai chiari: la linea del governo italiano è e resta due popoli, due Stati", afferma Crosetto. Tuttavia, il ministro riconosce che Israele non ha ascoltato molto il governo: "No. E Netanyahu, a mio personale avviso, sta sbagliando: ciò che sta facendo ora si deve fermare. È inaccettabile per i valori che vogliamo difendere". Questo per due motivi, uno "chiaramente umanitario" mentre l'altro "è politico".
"Il governo israeliano sta rafforzando Hamas. Ogni morte di un civile chiama un nuovo nemico, ogni uomo che ha perso figli o moglie o fratelli sarà pronto a odiare e combattere Israele per tutta la sua vita. Per odio. Guardando agli altri scenari internazionali, Crosetto spinge sulla necessità di una difesa europea integrata: "Ci vorranno 7-10 anni, ma è indispensabile per avere anche le braccia per agire e non solo le parole". Difesa europea che "immagino continentale e non limitata ai 27, allargata a Paesi come Gran Bretagna, Norvegia, Turchia, ai Paesi balcanici, che non vanno lasciati alla Russia".
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